I soliti furbetti

volpiNon posso certo dire di essere rimasto soddisfatto del comportamento generale tenuto dal mio paese, Badia a Pacciana, nella lotta che, durante il 2010, il Comitato di Bottegone-Badia-Agliana ha portato avanti contro l’ipotesi, contenuta nel Regolamento Urbanistico, di fare un centro rifiuti nel Redolone. Durante la seconda assemblea fatta in Pizzeria, nell’aprile 2010, invitai i presenti ad esporre alle case striscioni di protesta: l’invito fu subito raccolto da Casone dei Giacomelli e dalle zone di Agliana: il Mulo, Ponte al Moso, Via Salceto; ma Badia si mostrò subito indifferente e refrattaria: quattro o cinque striscioni in tutto compreso il mio “Badia Tradita”.

La frase che allora circolava nel paese era questa:

Tanto se celo voglian fare celofanno, se uncelo voglian fare uncelofanno”

Frase, qualcuno potrebbe dire, ispirata al più cupo fatalismo, ma che in realtà presenta due vantaggi sottili e molto opportunistici:

  1. non richiede nessun impegno, tanto non servirebbe,

  2. svaluta il lavoro di chi si impegna, tanto se celo voglian fare celofanno ecc, non stanno certo a sentire quattro bischeri (è sottinteso).

Ma andiamo avanti. Arrivati verso la fine di maggio del 2010 dopo tutti gli articoli sui giornali, dopo la mega assemblea della Capannina del 6 maggio con quasi 600 persone, dopo l’intervento del sindaco contrario al centro, la frase che circolava a Badia era questa:

“Tanto uncelofanno”

Era una frase che si sentiva da tutte le parti, si diceva al circolo, in pizzeria, nelle famiglie, quando la gente si incontrava per strada, se lo dicevano le donne dal balcone quando rifacevano i letti, lo diceva la moglie al marito nei momenti intimi, si diceva al prete nel confessionale e, soprattutto veniva detta molto volentieri di fronte a qualcuno del Comitato. La frase era gettonatissima nel maggio-giugno 2010 perché:

  1. continuava a non obbligare all’impegno;

  2. continuava a dichiarare inutile il lavoro di chi invece si impegnava:”A che serve? Tanto uncelofanno. La potete anche smettere”

La frase veniva pronunciata con un candore, quasi una presunzione divinatoria, una grande scoperta, come se il fatto di non farcelo più fosse attribuito, al caso o ad un miracolo divino, ad un intervento soprannaturale o peggio… a qualche cena offerta ad amministratori.

Quando successivamente, dopo la raccolta da parte del Comitato di 350 osservazioni e 2430 firme sulla petizione contro il centro rifiuti, la lotta sembrava veramente aver preso una piega favorevole, la frase che cominciò a circolare a Badia, e non solo, era questa (naturalmente rivolta al Comitato):

“Vi sièe dati tanto da fà peqquella discaria e un vi siete per niente interessati di ‘ella centrale a metano che è dieci volte peggio.”

Frase innanzitutto scorretta perché: a)il comitato ha parlato della centrale nel documento del 29 marzo, b)il punto è stato inserito nella petizione firmata da 2430 persone, c)era il secondo punto all’assemblea della Capannina il 6 maggio; ma frase anche sottile, perché se da una parte sembra riconoscere l’impegno al comitato, immediatamente lo svaluta perché in fondo sembra sia stato per una cosa secondaria. Quindi era meglio non fare proprio niente.

Bene, il Comitato di Bottegone-Badia-Agliana si sta di nuovo esponendo impegnandosi in modo massiccio su questa centrale: ha riaperto il dibattito, ha già trovato, per primo il progetto sul sito della Regione e l’ha diffuso già anche ad importanti associazioni di coltivatori, ha convocato per mercoledì 15 giugno una grande assemblea proprio a Badia per parlarne.

Quale sarà ora la quarta nuova frase dei soliti furbini?
Accettiamo scommesse.

Paolo Paolieri

3 Commenti a “I soliti furbetti”

  1. By Emiliano Giu, 11 Giugno 2011 @ 18:21

    Che ti vuoi stare ad arrabbiare e meravigliare, Paolo.
    Da un gruppo di persone che invita a cena (per non dire peggio) i politici che 2 mesi prima volevano portare i rifiuti di tutta la Toscana, li riveriscono e li servono, pensando di ottenere il loro rispetto (sempre per non dire peggio), da un gruppo che ha lavorato per 35 anni per comprare una struttura dove ora devono chiedere il permesso e pagare per l’uso, da un gruppo di persone dove il prete (mi riferisco a Don Baronti e non a Isac) ordina e loro eseguono, da un gruppo che attacca un cartello “Vietato bestemmiare” all’interno di un circolo dove la parrocchia non ci incastra nulla … ti aspetti forse qualcosa di diverso? Io no!
    Come si suol dire “E’ già grassa che non ti si siano schierati contro!” 😉

    Gli altri badiani al di fuori di questo gruppo (che alcuni definiscono “la setta”), sono convinto che hanno una visione diversa e vorrebbero qualcosa di diverso per il paese.
    Purtroppo l’unica struttura “pubblica” che c’è in paese è la parrocchia e fa da padrona.
    L’ultima dimostrazione ti è venuta dalla riunione della festa storica. Lo sai meglio di me che la festa era nata come “festa fatta dal popolo per il popolo”. Oggi anche quella è diventata la festa della parrocchia con un consiglio direttivo “fantoccio” che di fatto non ha nessun potere decisionale (ovvero può decidere tutto ciò che vuole purchè Don Baronti sia d’accordo). I proventi vanno per il restauro di proprietà della parrocchia sulle quali avrà “diritto di priorità” l’Associazione dei Vivaisti. Così il popolo di Badia si ritroverà a chiedere il permesso alla parrocchia, all’Associazione dei Vivaisti e a pagare per usare dei beni che ha prima acquistato e poi restaurato col proprio sudore.
    Veramente una bella situazione! Creata con l’inettitudine di chi ha gestito la festa fino ad oggi, con il permesso di tutti coloro che sono stati zitti e con il colpo finale di Don Baronti che, in questi ultimi anni, invece di garantire la pluralità dei badiani ha preferito accentrarsi tutto, svolgendo un lavoro tanto eccezionale per la parrocchia quanto riprovevole per il paese.

  2. By paolo pao, 23 Giugno 2011 @ 17:49

    Mi dici “E’già grassa che non ti si sono schierati contro”…
    Tutto sommato, allora c’è andata bene…

    Una persona di Badia, intelligente e soprattutto onesta intellettualmente, la scorsa estate ebbe a dire “Quest’anno, se volessero fare una cosa fatta bene, alla cena medievale dovrebbero invitare il Comitato, visto quello che ha fatto per il paese”
    Che candore, più del Candido di Voltaire…
    Quella persona non sapeva che il Comitato non sarebbe stato nominato neanche in quel calendario dove si ricorda chi ha fatto qualcosa per il paese nel 2010, esempio quelli che sono simpatici, che fanno parte di una grande famiglia, che regalano il profumo della vita, che vedono il passato nel futuro, che sperano in un mondo migliore ecc. ecc.
    Ma forse anche chi ha ideato e fatto quel calendario non si è reso conto di una cosa fondamentale: che senza il Comitato fra qualche anno QUELLA FIAMMA CHE ARDE A BADIA avrebbe potuto essere quella di un bell’inceneritore nel Redolone!!!

  3. By Emiliano Giu, 26 Giugno 2011 @ 15:56

    fra qualche anno QUELLA FIAMMA CHE ARDE A BADIA avrebbe potuto essere quella di un bell’inceneritore nel Redolone!!!

    O di una bella centrale a metano di là dal Brusigliano! 🙁

    C’ho rinunciato a cercare di capirli!
    Fino a qualche tempo fa, pensavo che fossero molto furbi e facessero solo ciò che gli tornava comodo o gli mettesse qualcosa nel portafoglio.
    Poi è venuta fuori la storia della centrale dov’è lampante che non c’è nessun vantaggio per nessuno ma “solo” 170 tonnellate all’anno di ossidi d’azoto e polveri altamente pericolose da respirare.
    Il loro atteggiamento? E rimasto lo stesso di prima!
    A questo punto è più economico, per me, cambiare il mio atteggiamento invece di consumare energia per cercare di cambiare il loro! 😉

    Che la pensino come vogliono e che facciano quello che vogliono.
    Io continuo ad essere della mia idea e a portare avanti quello in cui credo con o senza di loro.
    Se vorranno unirsi alla “battaglia” ben vengano, se non lo vogliono fare, che restino dove sono. L’altra l’abbiamo vinta senza, faremo altrettanto con questa! 😉

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