Leda Granchietti
– Leda ho proprio bisogno di te! –
– Che hai fatto? – mi risponde
– Ho aperto sul sito di Badia una sezione per la Festa Storica e mi piacerebbe tu mi raccontassi qualcosa degli inizi –
Mi guarda attraverso i grandi occhiali, un po’ di traverso e mi liquida immediatamente.
– Se tu vai da Giovanni e Raffaello ti raccontano tutto meglio di me! –
– Ma a me piacerebbe sentire anche il punto di vista delle donne che lavorano in cucina – replico velocemente.
– Ma il che vuoi sapere, ‘l che ti devo raccontare? –
– Quello che vuoi, qualche dietro le quinte, qualche episodio simpatico, quello che vuoi insomma – le dico col tono più caramelloso possibile e gli occhi da gatto migliori che riesco a fare.
– Mah … vediamo … ora devo andare via! –
– Se vengo domani pomeriggio, me lo offri volentieri un caffè? –
– Va bene ma non troppo presto che ho da fare! –
Alle 16 del giorno dopo sono davanti alla porta di casa, un blocco di carta nascosto nella tasca posteriore dei jeans ed un lapis in mano. Non c’è! E’ tutto chiuso! Sarà troppo presto o troppo tardi? Non si sarà mica barricata in casa? Gli voglio troppo bene per pensarlo… la vicina mi chiama. Ci mettiamo a chiacchierare in casa sua e passa più di un’ora. Saluto, esco accendo la sigaretta e … chi ti trovo che sta uscendo di casa?
– Leda eccomi qua! – esordisco con un sorriso a 48 denti.
– Ma non dovevi esser qui prima? Ora devo andare via! –
– Sono arrivato prima ma non c’eri … non è che posso rubarti solo 10 minuti? –
– Va bene, tira via però che tanto un so il che raccontarti! –
– Ok butto la cicca e arrivo –
– Non la buttare che tanto ci fumo anch’io in casa –
Entro in casa ed è già scomparsa, mi chiama in cucina, il posacenere è già sul tavolo e lei a sedere. Non faccio in tempo a mettere il blocco sul tavolo che inizia …
– C’era la Festa dell’Unità e io iniziai a fare la pecora grazie al Talini –
Non era proprio l’espressione più felice per iniziare il racconto e nel nostro modo toscano di scherzare sui doppi sensi, si sarebbe prestata a ben più di una battuta.
– Leda non ho capito –
– O un tu vòi sapere come ho iniziato alla festa? –
– Sì –
– Ho ‘ncominciato a cucinare la pecora alla Festa dell’Unità che si faceva nel campino del Breschi vicino alle scuole. Alle prime Feste Storiche ho dato una mano ma non ero addetta a lavorare in cucina. Anzi la cucina non c’era proprio. La Festa si faceva in piazza. In un angolo di fianco al circolo, avevano fatto una casa di legno con le bucce di pino dove c’era la griglia per arrostire la carne. Tante delle donne di Badia cucinavano le lasagne a casa e poi le portavano lì. Una donna veniva da Viareggio a fare il pesce fritto. In piazza c’era il Nardini che suonava dove c’è la pompa dell’acqua e la Guardina allottava le caprine nane con la Ruota della Fortuna.
Una sera, alla Festa dell’Unità, vennero tutti i “buzzoni di Badia” a mangiare la pecora e ne mangiarono talmente tanta e rimasero talmente soddisfatti che incominciai a cucinarla per la Festa Storica!
All’inizio bastava solo una pecora a sera, oggi se ne cucinano 12 a sera. Così tanta che non ci si fa quasi a riscaldarla tutta.
Si iniziava a prepararla la mattina. Ci si divertiva tanto e sembrava di essere al teatro. Giuseppe era responsabile della cucina e tutto era al posto dove doveva essere. Era talmente bravo che “sapeva fare i piedi ai gatti”.
Ognuno era responsabile del suo settore e c’erano anche le mogli ma mai c’è stato un discorso. Alcune volte si litigava ma poi il giorno dopo partiva Giovanni e andava a fare il paciere e a “rilegare i grembi”.
La forza di loro è che erano tanti e tutti d’accordo e anche il prete a volte doveva cedere! E’ stata una festa dove ci sono stati bene tutti ed è per quello che è sempre stata bella ed è durata! –
– Leda qualche episodio curioso che ti ricordi? –
– Mi ricordo una volta una signora che mentre si facevano le porzioni diceva “mettetene meno perché la rimandano indietro!”, dopo 2 secondi arrivava Giovanni che diceva “datene di più perché è poca!” .
Una volta invece ci si scordò di mettere l’acqua per la pasta e si mise la pentola al fuoco. Ci se ne accorse perché diventò tutta rossa! S’aveva un sacco di persone da servire e non c’era acqua bollente dove cuocere la pasta. Ci fu il panico ma poi si sistemò tutto!
Una cosa molto bella fu Querceta.
S’andò 3 domeniche in fila per fare la manifestazione ma pioveva e la rimandavano. L’ultima domenica ci fermò la Polizia. S’era col camion di Mario e s’aveva sopra l’ariete della Sfilata Storica. Ci volle un po’ per fargli capire quello che ci si doveva fare e che gli si stava dicendo la verità. Si rischiò l’arresto ma si vinse il primo premio! –
Aveva gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel vuoto. Fisicamente era lì con me ma con la mente stava rivivendo quei tempi e riassaporando quelle emozioni. Dopo qualche momento di pausa, tirò un sospiro e continuò.
– Ti ringrazio che tu mi stai facendo ricordare tante cose belle –
– E io ti ringrazio che tu me le hai raccontate e che posso metterle sul sito di Badia –
– E che roba è? –
– Il sito internet di Badia … –
La sua espressione mutò di colpo e si fece minacciosa.
– Un tu la metterai mica sul computer che poi la possan legge’ tutti? –
– Ehhmm praticamente sì! – risposi con un filo di voce.
– No no no. Mi vergogno. Un ti provà! –
Due ore di tempo buttate via e una bellissima storia cestinata ma … dopo quasi un anno di “lavoro ai fianchi” sono riuscito a strapparle il consenso!
Badia a Pacciana, 9 settembre 2012 Emiliano Giusti